Equitalia manda cartella esattoriale a una bambina

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    Mary's_Soul

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    Equitalia recapita una cartella esattoriale da 170 euro ad una bambina di sette anni. La cosa farebbe anche ridere se non si trattasse di una bimba. Che a malapena sa leggere, ma deve, secondo il fisco, quasi duecento euro all’Agenzia delle entrate come tributo sulla liquidazione ricevuta per la morte del padre, Franco Diana, operaio di Olbia, morto in un incidente stradale insieme ai suoi fratelli, nel 2008.

    Non ci riusciva a credere neanche il notificatore di Equitalia, quando settimana scorsa, si è recato nella casa della piccola, ad Azzanì, in provincia di Olbia, per consegnare la missiva. La vicenda è stata raccontata dall’Unione Sarda, ed ha avuto, facile capire il perché, una grande eco a livello nazionale. Sì perché qui siamo di fronte all’ennesimo errore, alla solita cartella pazza che il cittadino si ritrova nella casella della posta e dalla quale si deve difendere, sennò il debito cresce. La bimba in questione, però, ha già perso il padre. E il fisco, allora, ha pensato bene di rivolgersi a lei per incassare i 170 euro. “Le pignorino pure il triciclo”, è stato il commento furioso del nonno, Giuseppe Rossi, che si è pure recato all’Agenzia delle entrate di Olbia per avere delle spiegazioni. “Non siamo più disposti ad abbassare la testa, io devo tutelare i miei familiari. Ripeto, se lo vogliono possono rivalersi sui giochi della bambina, visto che è lei la destinataria dell’eventuale pignoramento”.

    Ma come è possibile che Equitalia chieda dei soldi ad una bambina? “C’è stato un errore, questo è evidente”, spiega a Yahoo! Finanza Francesco Tuccio, presidente dell’Anutel (Associazione nazionale uffici tributi enti locali). “Equitalia si occupa di riscuotere tasse e tributi per conto dell’Agenzia delle entrate. Se il debitore, iscritto a ruolo, dovesse morire, Equitalia cerca l’erede diretto per esigere il denaro. In questo caso, la cartella è stata rivolta alla figlia”. Una pecca che ha fatto scalpore. Ma è solo una delle tante perché il sistema di riscossione dei tributi, in Italia, andrebbe riorganizzato. “Il meccanismo spesso va incontro a degli errori – continua Tuccio – perché è obsoleto. In questo caso specifico c’è stato un errore nel controllo. Equitalia si è persa un passaggio: ha riconosciuto l’erede, ma avrebbe dovuto verificare l’età del soggetto”.

    Operazione che, a quanto pare, non è stata compiuta. Ma la piccola di sette anni non rischia nessun pignoramento. “Non possono ovviamente fare nulla nei suoi confronti – rassicura il presidente dell’Anutel – perché non possiede certo una casa o un’auto. E l’importo è molto basso. Ripeto, si è trattato semplicemente di un errore”. Per risolvere questa situazione, il nonno dovrebbe fare un’istanza che “chieda l’annullamento della cartella all’ente creditore che può cancellare il debito dai registri di Equitalia”.

    Insomma il sistema di riscossione delle tasse non è certo impeccabile. Basti ricordare che il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, è anche il presidente di Equitalia. “Questo è un conflitto di interessi che potrebbe creare dei problemi”, conclude Tuccio. “Perché i Comuni per riscuotere i tributi non pagati non possono iscrivere il debitore a ruolo, lo può fare solo Equitalia. E non possono neppure assumere liberamente un addetto alla riscossione perché deve essere scelto con un concorso sempre indetto dall’Agenzia delle entrate. Quindi, è difficile non affidarsi ad Equitalia per la riscossione”.

    Evidentemente, nel caso di Olbia, il sistema automatico di inoltro delle cartelle esattoriali dell’Agenzia delle entrate ha constato che il primo destinatario era insolvente, ossia la madre della piccola che ha pagato solo le prime due cartelle arrivate e non la terza. Allora la macchina del fisco si è messa in moto per cercare il familiare obbligato in solido a pagare ed ottenere comunque il tributo, ossia la bambina di sette anni.

    Fonte: yahoo.it
     
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